C’è un
rapporto causa-effetto tra le recenti esposizioni al sole e il “deprimente” panorama
estetico dei capelli. I quali, di solito, sono gli unici a non essersi goduti le vacanze: sbiaditi, opachi, fragili, spesso rivelano anche cadute
(metaforiche) di tono (leggi: mancanza di volume) e cadute effettive (maggior
effluvio). Come dire: uno stress da rientro in piena regola.
Sono effetti
dovuti, in linea di massima, allo sbalzo termico subito con le alte temperature
il quale, riducendo il livello d’idratazione del fusto, ha reso i capelli più
aridi e “stopposi”, e della salsedine che, in sinergia con il cloro, ha corroso le punte e aperto le
fibre capillari, rompendole e sbiancandone il colore. Una serie di défaillance evidenti, che se
il capello è di base sano, rientra nel giro di una-due settimane con
un’adeguata beauty routine “costruita” su semplici principi: utilizzo di
shampoo ultra-delicati, per esempio con aloe, betulla, olio
di germe di grano o di jojoba; 1-2 maschere settimanali pre-shampoo con
ingredienti rinvigorenti e lucidanti, come burro di mango e
semi di lino, oppure con adenosina (molecola
che favorisce la crescita), taurina e ornitinia (aminoacidi fondamentali per la
vita dei capelli). A seguire: balsamo
sulle lunghezze e, ove possibile, niente phon.
Per i restyling in salone più radicali, soprattutto
per quelli più aggressivi, come le decolorazioni, meglio aspettare almeno 2
settimane, tempo necessario affinchè il capello riacquisti la giusta
idratazione e nutrizione. Consigliati da
subito, invece, tagli e trattamenti riparativi
professionali, spesso indispensabili per restituire forma ai capelli provati
dal mare e dagli ultravioletti del sole.
Ma è sull’aging meno appariscente, tuttavia accelerato dalle aggressioni
climatiche estive, che si gioca il futuro della bellezza dei capelli. é ormai ampiamente dimostrato che i raggi
ultravioletti, in particolare gli UVA, accelerino la fase Catagen e Telogen, dunque
di morte e caduta del capello, e che le eccessive esposizioni al sole in estate
possano rendere più copiosa la
fisiologica caduta autunnale.
Splashlight
Per un
danno di piccola o media entità, utile una
cura extra con antiossidanti
naturali che aiutino a decelerare il processo di morte del capello, come
ubichinone, licopene, biotina, vitamine E, C, B5, B e B8, sia in integratore, sia in
lozione o fiale da massaggiare sul cuoio capelluto per uno-due mesi. Per effluvi più
importanti, oltre i 100 capelli circa al giorno, occorrono prodotti (shampoo, impacchi, lozioni) con
formule mirate consigliate da un dermatologo e, se necessario, di attinenza
medica.
Non
solo una caduta copiosa. Gli stessi raggi ultravioletti che macchiano la pelle
possono infliggere uno “stress genotossico” alle cellule dei capelli, con
effetto decolorante: in pratica, eccessive esposizioni estive, senza adeguate
protezioni, possono favorire non solo lo sbiadimento della colorazione
artificiale, ma anche di quella naturale del capello. Quindi possono agire più
in profondità sull’efficienza dei melanociti, che imprimono il colore ai
capelli, accelerando negli anni l’incanutimento. Poco, se
non nulla, si può fare per “riparare” a questo ulteriore danno per il capello:
restano, ovvio, trattamenti “di superficie”, vedi colorazioni (tra l’altro oggi
sempre più hi-tech e rispettose della fisiologia del capello) e soluzioni
antiaging ad ampio spettro, che in ogni caso supportano le capigliature su altri
fronti (corposità, forza, lucentezza, morbidezza).
La corretta alimentazione quotidiana
è basilare anche per il ciclo di vita del capello e per contenerne l’aging: oltre a bere adeguatamente e a mangiare 5 porzioni al dì tra verdura e frutta di
stagione, per le vitamine e i minerali antiossidanti, occorrono 2-3 porzioni settimanali di pesce
per gli Omega 3 – soprattutto sardine, aringhe, salmone –. Fondamentali gli aminoacidi,
come metionina e cisteina, costitutivi delle
cheratine dei capelli, da assicurare con due o tre porzioni settimanali di cereali
e legumi, due di carne e un bicchiere al giorno di latte
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