venerdì 4 luglio 2014

MAKE UP 3D HOME MADE




MAKE UP 3D HOME MADE

È ancora lei, The Mink, il prototipo della prima stampante casalinga 3D di make up, la novità che anima i  beauty bloggers di mezzo mondo e le chat frequentate soprattutto dalle teenager, che si stanno già organizzando per creare eventi reali e virtuali e per scambiarsi idee e consigli sull’uso di questo vero e proprio “oggetto dei desideri”.  Segno che l’attesa e la curiosità intorno a questo apparecchio  si stanno “auto-alimentando”,  sulla scia della presentazione entusiastica  che Grace Choi, ex   studentessa americana della Harvard Business School, ha fatto della sua “creatura”  agli inizi di maggio, durante il Disrupt di Manhattam (una conferenza sulle nuove start-up tecnologiche). Il funzionamento del marchingegno è semplicissimo: si scelgono le nuance selezionandole in rete, oppure direttamente da una foto o mixandole con Photoshop. La stampante le confronta con un programma specifico,  quindi  basta cliccare il tasto “print” e il cosmetico viene letteralmente “sfornato” dall’apparecchio. Già pronto per l’uso. Attualmente la stampa si limita agli ombretti, ma l’inventrice è certa che presto The Mink sarà progettata  anche in versione multitasking, per la produzione fai-da-te di rossetti, gloss e fondotinta. 


Restano dei dubbi, però, riguardo all’affidabilità della tecnologia e soprattutto alla sicurezza di questi cosmetici prodotti “in casa”, sebbene la proprietaria abbia precisato che gli inchiostri utilizzati sono approvati dall’FDA, l’ente di controllo su farmaci e alimenti americano. La pelle, come noto,  è un organo estremamente reattivo alle sostanze con le quali entra in contatto: non dimentichiamo che i cosmetici, e i relativi attivi e conservanti, immessi nel mercato europeo sono sottoposti a severe regole di controllo, non perseguibili con il fai-da-te”.

Secondo i dermatologi, le perplessità investono, in particolare, il problema della conservazione del prodotto, soprattutto nel caso di rossetti, creme e fondotinta, che hanno una base di grassi vegetali e  resine naturali facilmente ossidabile e degradabile e che l’industria cosmetica preserva con antiossidanti, come l’euxyl. Non solo. Il microclima domestico  non è idoneo alla produzione “fai-da-te”  di cosmetici: può favorire, infatti, lo sviluppo di cariche batteriche piogene, che possono scatenare gravi infiammazioni a labbra e ghiandole labiali, come ha ricordato anche l'America Academy of Dermatology. 

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