lunedì 19 maggio 2014

CODICE SOLARE: L'ABC DELLA TINTARELLA PERFETTA


L’abbronzatura? Sembra sia proprio una “passione pericolosa”: gli UVA provocano l’aging, gli UVB scottano, le creme solari possono indurre a sottovalutare i rischi dell’eccessiva esposizione,   compreso il melanoma,  che solo in Italia ha registrato  un aumento di casi del 15% rispetto a 10 anni fa. Ogni anno,  con l’avvicinarsi della stagione della tintarella scattano le “raccomandazioni d’uso” degli esperti. I più oltranzisti consigliano di cercare costantemente l’ombra. Quelli più misurati sostengono che l’abbronzatura debba solo essere gestita con molta cura, perché a dosi moderate il sole fa solo bene: tra l’altro, mantiene il capitale osseo e  stimola la sintesi di vitamina D, sulla cui efficacia antinfiammatoria nelle patologie autoimmuni e antitumorali a livello di organi interni, per esempio alla mammella e all’intestino, esiste ormai una discreta letteratura scientifica. L’importante, sostengono gli esperti, è evitare le  esposizioni eccessive e le relative scottature, che hanno indubbiamente un effetto degenerativo sulle cellule. 

Tradotto, significa inseguire l’abbronzatura “evolutiva”, quella del colore guadagnato con esposizioni graduali: dieci minuti il primo giorno, poi mezz’ora il secondo, tre quarti d’ora il terzo e così via. Resta fondamentale applicare un solare adatto alla propria carnagione, mantenendosi sempre su fattori  alti i primi 10 giorni di vacanza se si appartiene ai fototipi meno a rischio (3-4-5) per poi scendere gradualmente,  e  continuando invece sempre con fattori molto alti e alti se  si appartiene al fototipo I e II (occhi chiari, capelli biondi o rossi).  Tutti accorgimenti che assumono ancor più importanza considerati gli shock termici, sempre più frequenti per colpa del global warming – con picchi di temperature elevate e abbassamenti repentini -,  che alterando il film idrolipidico diminuiscono le naturali difese cutanee. Stendere il solare dopo il bagno anche se è dichiaratamente waterproof e riapplicarlo ogni 2 ore usandone sempre una quantità abbondante, pari a 2 mg per cm quadrato di pelle, l’equivalente di un cucchiaio da minestra per il viso e di circa una pallina da golf  sul corpo.


Importante anche la formulazione. Sì agli oli ma solo con fattori protettivi molto alti durante le prime esposizioni, alla crema, per la consistenza ricca, e al  latte, particolarmente adatto per il corpo perché più facile da stendere. Attenzione anche a proteggere adeguatamente la pelle intollerante, che interessa un numero crescente di soggetti, in maggioranza di sesso femminile (30% delle donne): vanno preferiti prodotti formulati con sostanze calmanti e  anallergiche, come isoflavoni della soia e vitamina E e privi di nichel, cromo e conservanti.

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